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Palazzo Rogadeo

Descrizione Palazzo

Superato l’arco del Sedile dei Nobili con il portale medievale della chiesa di Sant’Anna, si incontra il monumentale palazzo Rogadeo. Di origine medievale, l’edificio fu rifatto alla metà del XVII secolo, in occasione dell’allargamento della strada dei Mercanti, ma la facciata é stata ricostruita nel Settecento a seguito di un incendio. 

Scendendo dalla Cattedrale lungo via Beccherie Lisi si viene sorpresi dalla vista dell’elegante portale di Palazzo Rogadeo, che, come un fondale teatrale, chiude scenograficamente la strada. E’ inquadrato da pilastri bugnati a corsi regolari alternati ed é sovrastato da tre plastici mensoloni a voluta, che sostengono il balcone. Nel 1965, durante una ristrutturazione, il portale venne arretrato di un metro e mezzo. 

L’accesso al palazzo avviene attraverso un androne, che conduce in un ampio cortile, intorno al quale si organizzano gli ambienti interni. Lungo le pareti del cortile sono murati lo stemma in pietra del Comune di Bitonto e quello della famiglia Rogadeo, nonché un altorilievo che raffigura Cristo benedicente, tardo-rinascimentale, databile all’inizio del Seicento. Sulla sinistra del cortile si apre l’accesso secondario alla cappella del palazzo, dedicata a Sant’Anna. La chiesetta, di cui resta il portale tardo-gotico, ha un interno barocco con tela di Carlo Rosa sull’altare. 

Il prospetto settecentesco del Palazzo, su via Rogadeo (un tempo via dei Mercanti), é elegantemente raccordato da una bella soluzione d’angolo, con semicolonna ingabbiata da fasce bugnate. E’ diviso in tre ordini: il primo é bugnato, a fasce orizzontali alterne, e vi si aprono ingressi per locali un tempo destinati e rimesse e botteghe, il secondo ed il terzo sono divisi da lesene, singole e doppie, in riquadri a stucco. Le lesene hanno eleganti capitelli ionici con mascherone centrale. Sul primo piano, o piano nobile, si aprono balconi sagomati con finestre dai timpani a pagoda, mentre più semplici risultano le finestre del secondo piano, che ospitava ambienti destinati alla servitù. Sul retro del palazzo si apre una grande giardino e su corte Santa Barbara, dove c’era l’antico ingresso al Palazzo, esiste uno stemma seicentesco della famiglia.

Nel 1966 il piano terra ed il primo piano vennero donati al Comune dal conte ammiraglio Franco Rogadeo e da sua moglie Maddalena De Riseis.

 Il piano nobile fu destinato a Biblioteca Civica, con un considerevole patrimonio librario, composto dalla storica biblioteca della famiglia Rogadeo, accresciuta dalle donazioni di enti e di collezionisti privati. Il primo nucleo di raccolta fu costituito dal cavaliere Eustachio II Rogadeo con testi ereditati dal giureconsulto Gian Donato. Il senatore Vincenzo Rogadeo arricchì la biblioteca con l’acquisto sia di opere di economia politica, sia della biblioteca dei conti Gentile di Bitonto. Oggi il patrimonio librario ammonta a circa 50.000 volumi. Tra le opere più importanti troviamo il “Libro Rosso”, cioè la Platea della Magnifica Università di Bitonto, pergamene, manoscritti, libri rari e pregevoli, come un Evangeliario minato del XII secolo.

All’interno del Palazzo, in quelli che erano gli antichi ambienti della cucina, è collocato anche il Museo Civico istituito tra il 1962 e 1973, che raccoglie collezioni private e materiale archeologico  rinvenuto nell’area bitontina. 

Notizie della famiglia:

L’illustre casato é originario, come i Bove, di Ravello e si trasferì a Bitonto nel XII secolo. Nei primissimi tempi del suo soggiorno, la famiglia abitava in una piccola casa situata nella Piazzetta Chiaffarelli, dove è presente una lapide che ricorda lo stemma arcaico del casato. Nel 1204 Leone fu governatore della città ed alcuni decenni dopo Giacomo I fece edificare il palazzo accanto a quello dei Bove, su via dei Mercanti. I Rogadeo costruirono la propria ricchezza sul commercio dei prodotti agricoli del territorio, come l’olio d’oliva, in tutto il Mediterraneo e conquistarono un tale prestigio da acquisire nel Cinquecento il titolo di baroni di Torrequadra, dove tuttora esiste una villa extraurbana. 

Altra importante onorificenza fu la croce dell’Ordine militare di Malta, che Giovan Donato ottenne alla metà del Settecento. Vincenzo Rogadeo nel 1789 fu Vescovo di Caserta sotto papa Pio VI. I diversi membri della famiglia parteciparono attivamente alla vita politica cittadina, ricoprendo ruoli nell’amministrazione bitontina, furono coinvolti nelle vicende storiche del Risorgimento italiano, ricevendo incarichi e riconoscimenti dopo l’Unità d’Italia.

 Vincenzo Rogadeo, figlio di Eustachio e Chiara de Lerma, dei Duchi di Castelmezzano, di fede liberale, prese parte ai vari Comitati insurrezionali sorti in Puglia per combattere il governo borbonico e fu prima rappresentante (1860) nel governo della Provincia di Bari e poi Governatore della stessa Provincia. A Bitonto, ricoprì importanti cariche pubbliche e fu Deputato al Parlamento Nazionale e poi Senatore del Regno. Il figlio Eustachio, che aveva compiuto studi classici, frequentò la scuola di paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Napoli e fu un insigne studioso di storia locale. A lui é dedicata la Biblioteca Comunale, nata da lascito di Francesco Rogadeo, conte di Torrequadra, ultimo esponente della famiglia. Decorato al Valore Militare, dopo il referendum del 1946, che istituì la Repubblica, si ritirò a vita privata e condusse l’azienda agricola di Torrequadra che produceva il “Rosato delle Mattine”. Assunse il titolo di conte sposando la nobildonna Maddalena De Riseis, dama di compagnia di Elena di Montenegro, Regina d’Italia ed ereditò, alla morte del fratello, quello di barone di Torrequadra. Senatore della Repubblica nel 1953, donò la sua casa patrizia al Comune di Bitonto perché fosse destinata a servizi culturali: Biblioteca, Pinacoteca, Museo Storico. 

Stemma

Tre fasce d’oro in campo azzurro, con bordura scaccata di argento e di rosso.

Il motto in latino: “OS HOMINI SUBLIME DEDIT, COELUMQUE VIDERE/ IUSSIT: ET EX ALTA CERNERE MENTE DEUM”

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