Il grandioso edificio occupa un intero isolato, quadrangolare, compreso tra le strade via Porta Robustina ( civico 34), vico Barone e sovrasta il passaggio ad arco di via Le Martiri. Sorge in una contrada molto ambita dalle famiglie patrizie, perché fra le più antiche di Bitonto, sorta lungo il tracciato della via Appia-Traiana, che attraversava la città romana.
La lunga facciata, che asseconda il tracciato di via Porta Robustina, testimonia l’assetto sei- settecentesco della fabbrica architettonica. Il paramento murario distingue visivamente il piano terra, caratterizzato da una tessitura di conci squadrati e lisci, conclusi da una cornice marcapiano, dal secondo piano, rivestito da bugnato rustico.
Il semplice portale ornato da una cornice modanata mistilinea interrompe la tessitura di bugne a giunti canalati dello zoccolo, definito da una cornice a toro. Di gusto settecentesco come il portale sono le finestre, con i loro balconcini sagomati, inquadrate da paraste con timpani curvilinei. Tre di queste danno luce al salone del piano nobile.
Oltrepassata l’austera facciata, l’androne coperto da volta ribassata e unghiata conduce in uno scenografico cortile concluso da un bellissimo loggiato a tre ordini, memore dei palazzi napoletani progettati dal Sanfelice nel Settecento. Le arcate del loggiato schermano la scala a tre rampe in pietra lavica, che conduce ai piani superiori, impreziosita dai fantasiosi stucchi bianchi delle volticine, di gusto rococò. Al centro del cortile una vera da pozzo denuncia la presenza della immancabile cisterna per l’acqua.
Notizie delle famiglie
Gli storici locali dell’Ottocento indicano concordemente il Palazzo con i nomi delle tre principali famiglie che vi hanno dimorato. I Barone furono feudatari di Bitonto sotto la guida di Guglielmo nel 1314, quando dobbiamo presumere l’esistenza di una prima residenza. Luigi Sylos ritiene che i Barone siano originari del Piemonte, giunti a Bitonto con i Normanni o al tempo di Carlo I d’Angiò. Sotto gli Angioini raggiunsero posizioni di grande potere e prestigio, propagandosi in diverse città e godendo del titolo nobiliare a Napoli, Messina, Lecce, Bitonto, Amalfi, Sorrento ecc. Tommaso Barone fu il capostipite del ramo bitontino. Già nel XV secolo la famiglia si imparentava con i Gentile, con il duplice matrimonio dei fratelli Carlo e Laura Barone con Giulia e Giovan Battista. I Gentile subentrarono nella dimora quando fu estinto il ramo principale dei Barone. Infine nel XIX secolo il Palazzo passò definitivamente ai Sisto.
Stemmi
Famiglia Barone (2 stemmi)
🟃 leone rampante d’oro in campo rosso sormontato da tre gigli d’oro e accompagnato da due rose d’argento.
🟃 scala d’oro orientata in banda accompagnata da fronde d’ore in campo verde.
Famiglia Gentile
leone rampante d’oro in campo rosso.