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- Indirizzo: Piazza Cattedrale ,35

Cortile e ospedale S. Nicola

Descrizione Cortile

Indirizzo: Piazza Cattedrale ,35

San Nicola all’Ospedale o delle Vergini

La chiesa viene eretta tra il 1280 e il 1289, la datazione non è certa ma desumibile dalla struttura romanica del prospetto principale. Il campaniletto a vela resta unico elemento originario in stile romanico, mentre la zona del portale è stata completamente rimaneggiata nel corso dei secoli.

Infatti la struttura è stata sede anche di un monastero di clausura per le benedettine. Queste abbandonano il loro luogo di clausura nei pressi di San Francesco della Scarpa e si trasferiscono nella nuova struttura probabilmente nel XIV secolo. Il primo documento che attesta la presenza della abbadessa Lella, delle monache benedettine, nella Chiesa di San Nicola nei pressi della Cattedrale, è un atto di vendita del 12 dicembre 1396, con cui la madre superiora vende un fondo rustico per poter garantire sostentamento alle consorelle, che non hanno nulla da mangiare. Effettivamente è un periodo molto ostile, poiché Angioini e Durazzeschi si contendono il trono dell’Italia meridionale, spargendo sangue un po’ ovunque e inasprendo il popolo.

Chiara dunque la distinzione tra i due monasteri data proprio dalla diversa intitolazione: Monastero di Santa Lucia, nei pressi di San Francesco d’Assisi; e Monastero di San Nicola, nei pressi della Cattedrale.

Il primo è “unitum” al secondo, come ribadisce il vescovo Ursini, però non si conosce la data di fondazione del nuovo monastero e quando le monache benedettine abbiano definitivamente lasciato la struttura presso Santa Lucia.

Alla metà del ‘400 abbiamo la presenza della badessa Tanzia Perrese, che viene titolata come superiora di San Nicola delle Vergini e di Santa Lucia, e dello stesso periodo abbiamo una serie di contratti di benefici e censuazioni (affitti) che vengono stipulati tra l’atrio della chiesa e il sagrato della cattedrale, a cui risulta sempre presente la badessa e il vescovo che concedeva il consenso (1).

Vari documenti concordano nello stabilire l’abbandono del sito da parte delle vergini di clausura tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500, con il trasferimento a Santa Scolastica dell’ultima badessa. Non risultano uniformi le motivazioni:

  1. per la peste scoppiata a Bitonto nel 1503 che decimò tutte le suore tranne la badessa che si rifugiò a Santa Scolastica a Bari (Giovan Battista Morea, Flores Butuntini XVI secolo);
  2. il vescovo Ursini invece attribuisce la chiusura alle scarse condizioni di vita con una struttura in declino.

Nel 1505 una richiesta esplicita da parte della Universitas bitontina permette alle monache, rifugiatesi a Bari, di rientrare in città e risiedere presso una struttura, già parzialmente adoperata dalla Confraternita di Santa Maria de Confratribus che provvede al sostentamento e all’assistenza sanitaria di pellegrini e povera gente già dal 1333. Con una permuta del 1536 le suore benedettine restano nella struttura eretta vicino a Porta Rubastina e viene affidata ai confratelli che risiedevano nel nuovo monastero femminile, la chiesetta di San Nicola dove viene trasferito anche l’ospedale.

La chiesa, ribassata rispetto al livello della corte, al suo interno si presenta ad aula unica, che sicuramente era completamente affrescata, come appare evidente, subito a sinistra dell’ingresso, dall’affresco raffigurante la Virgo Lactans (Madonna che allatta), dipinto di un’umanità e sensibilità molto elevata databile al XIV secolo. Il dipinto è il giusto compromesso tra la ieraticità delle opere bizantineggianti e l’avvio dell’uso della volumetria dei corpi. Il capo della Vergine è reclinato sulla destra con l’arcata sopraccigliare marcata, come è in uso nei dipinti di epoca precedente, ma già lo sguardo tenero nei confronti del bambino e il panneggio del soggòlo lasciano intuire uno studio sulla plasticità dei corpi che fa trasparire i sentimenti, e mostra una certa evoluzione nella loro rappresentazione. Gesù bambino è di profilo ma il suo sgambettare mostra chiare prove della rappresentazione dei corpi in movimento.

Al di sotto dell’affresco si nota una nicchia sulle cui pareti sono presenti affreschi interrotti da eventuali aggiunte strutturali.

Lungo la navata, nel giungere alla zona del presbiterio, si individua una grata sulla sinistra che rimanda presumibilmente al periodo in cui risiedevano le suore di clausura, oppure come altri storici ipotizzano potrebbe essere elemento di riutilizzo (sgocciolatoio per i cadaveri) del periodo in cui il sito era abitato dagli Ospitalieri.

L’elemento è comunque databile tra il XIII e il XIV secolo, mentre gli Ospitalieri arrivano solo nel XVI secolo, quando viene effettuata la permuta tra la vecchia e la nuova sede (vedi sopra).

Sul lato destro verso il centro della navata sono stati rinvenuti i sepolcreti, rimasti nascosti soprattutto durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio nel ‘700.

Nella parte terminale dell’aula liturgica o presbiterio, si nota sulla destra un’altra traccia di affresco risalente al XVI-XVII secolo, intuibile dalla plasticità dei corpi degli angeli posti a disvelare l’immagine di un santo o della Vergine, che era posizionato nella nicchia dello stesso periodo. Il panneggio morbido della tenda mostra uno studio meticoloso che sottolinea la volontà di dare maggiore spazialità profondità al dipinto.

Al di là del presbiterio ritroviamo la sacrestia, una stanza attraversata dal ritrovamento di un tratto di strada medievale nascosta con i rifacimenti della chiesa.

Prima di accedere all’atrio ammiriamo il portale con le bugne radiali in stile rinascimentale, sormontato dallo stemma della città di Bitonto.

Sembrerebbe quasi che la Cattedrale sia strettamente collegata alla corte medievale attraverso la presenza di una Loggia pensile costituita da due fornici (arconi) centrali a tutto sesto, con una trabeazione ingentilita da una balaustra e un fregio fitomorfo lungo tutta l’architrave. La loggia delle benedizioni fu voluta da mons. Fabrizio Carafa, tra i fondatori dell’Accademia degli Infiammati, che nel palazzo Giannone Alitti (si affaccia sulla piazza Cattedrale) svolgeva le sue riunioni.

All’interno del cortile, vera e propria curtis medievale a ridosso della Cattedrale romanica, riscontriamo la presenza di una iscrizione rinascimentale che riporta alla memoria la presenza nella corte del Sacro Monte di Pietà (2), creato da Musso nel 1549, sulla scorta delle innovazioni del Concilio di Trento. La porta sulla destra entrando era l’accesso alla Sala dei Pegni e sull’architrave è riportato in latino: I POVERI LI AVRETE SEMPRE CON VOI. OGNI COSA CHE FARETE PER OGNUNO DI QUESTI LO FARETE ANCHE PER ME. A.D.1586.

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  1. Tutta la Piazza antistante la cattedrale era definita Plancheto ed era di pertinenza del Vescovo e della cattedrale. Era luogo di potere e decisionale, cui si opponeva il potere amministrativo laico gestito dalla Universitas presso la spianata del Castello/ Torrione angioino, con la Regia Corte
  1. Il Monte di Pietà è un’istituzione che sorge verso la fine del XV secolo al solo scopo di aiutare la povera gente con micro prestiti, fondata da frati francescani. In cambio di denaro veniva lasciato in pegno al Monte un oggetto del valore di almeno un terzo del prestito richiesto.

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