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Arco Pinto

Descrizione del sito

Lungo via Amedeo, già via Regia Corte (1), è collocato l’ARCO PINTO. Osservando attentamente la struttura, prima di entrarvi, si può notare come il palazzo sulla destra si poggi sull’arco. Ripercorrendo la storia del sito quasi sicuramente in epoca medievale XII-XIII sec., in cui si realizzano le tre arcate successive, l’arco è parte integrante del corpo di fabbrica dell’abitazione della famiglia De Ferrariis, che si estendeva da piazza Cavour sino all’arco Pinto. 

  • Tra la fine del XVI e i primissimi anni del XVII secolo, quando già la famiglia De Ferrariis ha lasciato in eredità ogni bene ai fratelli Regna, questa parte del palazzo con la corte vicina viene ceduta alla famiglia Fenice, di origine ravellese giunta a Bitonto alla metà del XIII secolo (secondo altri storici all’inizio del ‘600), con i Bove e i Rogadeo(2). A conferma di quanto appena detto al centro del secondo arco ritroviamo lo stemma della famiglia De Ferrariis diviso in quattro parti: due gigli nella parte superiore e due rose in quella inferiore.

I De Ferrariis giungono a Bitonto da Genova nel XIV sec. durante la dominazione angioina, e la fedeltà alla casa reale è dimostrata proprio dalla presenza dei gigli nello stemma di famiglia.

La Famiglia Fenice, invece, restaura e amplia il palazzo nel 1616 come riporta l’iscrizione sopra il palazzo.

Prima di entrare nell’arco possiamo notare sulla nostra destra un vano che dava accesso ad una cappella dedicata a San Giuseppe, di cui al di là dell’Arco sempre a destra troviamo il timpano con un rosone. (3)

L’arco prende il nome di Pinto, secondo alcuni storici dalla Famiglia Pinto, che nel XVIII secolo dà i natali al pittore Luca Pinto; secondo altri il termine deriva proprio dal fatto che l’arco dovesse essere completamente dipinto, come dimostra la presenza di un affresco sulla sinistra dell’arco raffigurante la Deposizione o Misericordia. Il Cristo deposto dalla croce è tra le braccia della madre, che è accomunata al figlio dal pallore del volto, così a noi giunge la loro sofferenza. Questa è sottolineata anche dallo spadino nel petto della Vergine. L’angelo a sinistra del dipinto ha tra le mani il cartiglio INRI, riferimento al martirio di Gesù. In alto il sole e

la luna, alternanza giorno notte, potrebbero fare riferimento sia al momento della morte di Gesù: “Si fece buio su tutta la terra”; sia all’alternarsi del bene e del male.

Di fronte al dipinto una nicchia per il lume che avrebbe dato luce all’intero arco.

  • Da far notare stemma dei De Ferrariis.

Prima di uscire dall’Arco sulla sinistra abbiamo la Corte Pinto, in cui possiamo ammirare una costruzione tipicamente medievale caratterizzata da un insieme di case-torre disposte a mò di corte, chiuse da una cancellata in ferro. Sicuramente la posizione della cancellata/portone in origine era all’altezza del primo gradino. Si nota tra l’altro che il livello della strada scende in direzione dell’interno della corte. Questo perché il livello stradale del centro storico cittadino nella metà del XVI secolo ha subito una trasformazione notevole, rialzandosi per la costruzione della rete fognaria. La corte, inoltre, è caratterizzata dalla presenza di edifci unifamiliari, a volte con la chiesa al suo interno es. la corte di San Leucio vecchia.

Al di là dell’Arco Pinto sulla sinistra abbiamo altre due Corti medievali che hanno perso il loro volto originario, sebbene siano visibili le caratteristiche tipiche del periodo. La prima corte  Ciciliana ha ancora una casa torre con impostazione ed elementi di epoca normanna come possiamovedereper la merlatura alla estremità sinistra del palazzo, la bifora da cui è andata perduta la colonna ma che ancora rimanda nello stile a quel periodo e infine la finestra, forse un  tempo portale di ingresso dell’abitazione. In seguito all’innalzamento della strada oggi appare come una  finestra.

Nella corte Trentum, vicina alla Ciciliana, abbiamo perso completamente gli elementi medievali, mentre permangono quelli rinascimentali come il portale a bugne radiali con lo stemma dei Giannone.

(1)La Regia Corte, situata alla estremità della strada, è il luogo deputato al governo cittadino. In origine l’Universitas era collocata in piazza Cavour dove oggi sorge il complesso di edifici che sarebbe diventato la Casa dei Teatini e la Chiesa di San Gaetano. Con gli stravolgimenti urbanisti, politici e sociali che la città subisce dalla metà del XVI secolo in poi si ritiene necessario questo spostamento.

(2)Il palazzo con il portale dall’effetto a bugnato, tipico dell’arte rinascimentale, viene ristrutturato dai fratelli Pietro e Francesco Fenice nel 1616 “per sé e per gli amici”, come si legge sull’iscrizione sopra il portale. Uscendo dall’arco Pinto verso le corti interne sulla destra si può ammirare la presenza di una struttura che si richiama alla mente quello di una chiesa, coincidente con la cappella della famiglia Fenice dedicata a San Giuseppe. Infatti nella parte alta si intravede il timpano che accoglie una finestra circolare, un tempo sicuramente un rosone.

(3)Abbiamo notizie della cappella dalla relazione del Vescovo della città nel 1720, che la descrive come una una cappella con un solo altare, benedetto nel 1681, per il matrimonio di Livia Fenice, ultima erede.

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